La mia giornata, qui a Rio, inizia molto presto: mi aiuta l’effetto del fuso orario. Alle 5.00 sono già in piedi e la curiosita’ di iniziare a conoscere la citta’ e’ davvero forte. L’arrivo, la sera prima, e’ stato da copione: ragazzi in festa, con le bandiere dei propri paesi sulle spalle, volti dipinti, cappellini e cori che chiudono facendo rima con il nome Francesco. Ecco, la gmg scalda i motori, i ragazzi ci sono e con loro, la voglia di travolgere completamente la citta’. Rio per una settimana e’ megafono della loro freschezza ma anche della loro speranza. Gia’ la speranza; in camera accendo la tv e solo cosi’ mi accorgo delle proteste che proprio all’inizio della permanenza brasiliana del Papa, gridano contro la gestione del potere del posto. Il malcontento dei protestanti non c’entra con l’appuntamento cattolico, anzi, quello e’ ben atteso come mi specifica Marcos, il taxista che mi accompagna per uno spostamento. ‘Il problema e’ sulla gestione del denaro pubblico, sulla corruzione’ mi dice mentre strizza l’occhio ad un gruppo di pellegrini inglesi suonando il claxon. Passiamo di fronte allo stadio Maracanazino, sul lato opposto la favela Mangueira. ‘Li, insegno samba’ mi dice orgoglioso e con occhi pieni di vita.
Arrivo a Copacabana. Piove e la spiaggia, vicino alla quale è allestita la sala stampa, e’ completamente vuota. Per il momento niente Cristo Redentor, anche nel viaggio di ritorno e’ nascosto da una nebbia che lo avvolge completamente.
In queste ore le strade sono piene di traffico e, per spostarsi bisogna organizzarsi per tempo: lavori in corso anche per i prossimi mondiali, per le olimpiadi e in più, ‘si sa, i brasiliani sono comodamente lenti nel fare le cose’ mi dice Gianluca, un italiano che vive a Rio da otto anni.
Intanto giornali e televisioni locali ripetono le immagini del Papa nell’utilitaria, raccontano del suo abbraccio per strada ai ragazzi che incontra e le chiese restano con le porte spalancate facendo intravedere gli addobbi floreali in segno di festa. Toda joia toda belleza qui nel paese verde oro e, dopo le prove per la diretta di domani a Tijuca, cenetta con tanto di Brigadeiro, il dolce tipico del posto. Domani grande giorno, il Papa inaugurerà il reparto di un ospedale e io sarò lì a raccontare il tutto con grande curiosita’ ed emozione.