Se fino a qualche anno fa investire economicamente su una casa significava fare sacrifici per poi lasciare un’eredità ai propri figli oppure, significava anche concretizzare risparmi sudati con il lavoro per poi vivere con maggiore sicurezza, oggi, avere una casa implica fare una lotta spesso ad armi impari e questo vale sia che la casa sia di proprietà o che sia in affitto.
Secondo i dati del Ministero dell’interno, in Italia sono oltre 77 mila gli sfratti esecutivi di cui il 90% per morosità.
Il problema nel nostro paese dunque non è soltanto acquistare ma soprattutto mantenere un tetto sotto cui abitare.
In Puglia, da cui sono da poco tornata in seguito ad una trasferta di lavoro, ho letto che una famiglia su 258 perde la casa prevalentemente per morosità.
Le famiglie italiane sfrattate sono sempre di più e quelle pugliesi fanno da traino al trend negativo.
Locazioni, bollette, condomini…Le spese da affrontare sono troppo alte rispetto alle disponibilità di quella fetta (ahimè sempre più grande) degli italiani che spesso non hanno lavoro o che comunque ricevono uno stipendio non sufficiente per garantire una sopravvivenza dignitosa.
La crisi economica e finanziaria purtroppo c’è e continua a ferire nonostante le tante buone oratorie mediatiche.
Qualche sera fa a cena, una persona esperta di economia mi diceva che una piccola ripresa è in atto ma, affinché questa diventi reale, affinché si faccia sentire cioè nella quotidianità, ci vorrà del tempo;
Non so perché ma questo ragionamento non mi convince primo, perché si tratta ancora di parole e poi perché, se anche questo fosse vero, il problema è che quell’arco di tempo, produrrà ulteriore disagio e sofferenza portando la gente in una spirale di depressione da cui sarà veramente difficile riprendersi.
Io di economia non ci capisco niente ma so giocare a Monopoli.
Quando ero piccola, ricordo che se la mia pedina cadeva nelle caselle in cui dovevo pagare tante tasse, piano piano poi non avevo più soldi di carta per acquistare. Insomma tassazioni e costo della vita elevati ridurranno pure i debiti (che, specifico, non sono stati fatti dai cittadini) ma uccidono gli italiani che, fino ad oggi, sono stati ammortizzatori sociali di un sistema deviato e disumanizzato, un sistema cioè che ha bisogno urgentemente di un sussulto capace di lavorare davvero, senza proclami pubblicitari, per la persona umana e per il bene comune.