In questo scritto parlero’ della confessione ma prima di arrivare a questo sacramento vorrei, insieme a voi, condividere una riflessione.
In tutti questi anni ho visto che la vita, ogni giorno, ci invita a scegliere tra il bene e il male, anche nelle piccole cose e che il male, quasi sempre, si presenta in abiti eleganti capaci, se non si è forti nella preghiera, di affascinarci, inebriarci fino ad ingoiarci. Spesso la relativizzazione di situazioni, di scelte ci portano ad abbassare la guardia di fronte al pericolo di sporcare la nostra anima. Basta pero’ una semplice connivenza ad inquinare la serenita’ del cuore. Basta un primo si a ciò che non rispetta la nostra dignita’ ad iniettare inquietudine. Basta assolversi con frasi tipo ”provo, tanto, che sara’ mai” a togliere libertà.
E da li’, arroganza, cattiveria, violenza, bramosia del potere, schiavitu’ varie…e dunque infelicita’, arrivano in un attimo. Non ci vuole niente a scendere nel buio, fino, se non si sta attenti a precipitarvici e a morirci dentro. È questo il gioco del male: intanto non farci vedere piu’ la differenza tra cio’ che e’ bene e cio’ che e’ male, a relativizzare. Il male cerca i punti in cui siamo più deboli per poter entrare e, una volta infiltrato, l’obiettivo e’ mangiarci fino a spegnerci completamente.
Il buio mette in prigione, toglie le forze e il sorriso; provoca un dolore tale da non riuscire a sentire più niente e, una volta avvolti da questa anestesia, toglie il respiro tanto da non riuscire piu’ a sostenere nemmeno se’ stessi, figuriamoci gli altri. Il male toglie amore e senza amore non c’e’ luce. Senza luce, l’uomo muore e il mondo finisce. Io non so se e’ corretto quello che ho scritto, ma in questi anni, ho visto troppa gente con gli occhi di vetro.
Sono troppe le volte in cui ho assistito a dinamiche perverse che, con rapidità demoniache, cercavano di mandare all’aria progetti, amicizie o relazioni capaci di essere esempio e seme di amore. Al male infatti piace dividere, dominare; gli piace chi soffre, chi si spegne, chi non è libero. Ma tutto questo accade solo se noi glielo permettiamo. Gesù nel Vangelo ci invita a vigilare, a pregare perché la forza della preghiera mette uno scudo a tutto ciò che non vuole il nostro bene. L’Eucarestia riscalda, illumina, riempie di una gioia tale da far avvertire, a chi ci sta vicino, solo bellezza.
E, in questo percorso di vita nella direzione della libertà e della felicità, fondamentale e’ la confessione. Arrivo cosi’ al titolo di questo articolo. Eh si, perche’ e’ proprio li’ che si vive la gioia del perdono, la tenerezza dell’abbraccio. È anche li che Dio ci aspetta, in quel bagno di umiltà che inietta solo purezza. È un buttar fuori quello che inquina senza permettere a niente di oscuro di sedimentare o crescere. È lì che ci si riconosce figli amati a prescindere.
È lì che gli occhi ricominciano a vedere, il cuore a sentire e le orecchie ad ascoltare dopo scelte sbagliate. È lì che, prima di ricevere il corpo di Cristo, possiamo ricominciare a vivere veramente. È anche li’ che non si è giudicati e liberati da tutto ciò che vorrebbe trasformarci in ciò che è lontano dal disegno di amore che Dio ha su ognuno di noi.