Ormai ci siamo, il 24 maggio Papa Francesco sarà in Terra Santa. Sarà un pellegrinaggio di preghiera, come Lui stesso ha detto, che commemorerà il 50esimo anniversario dell’incontro fra Paolo VI e il Patriarca Athenagoras.
Tre, saranno le tappe: Amman, Betlemme e Gerusalemme e quando visiterà la Chiesa del Santo Sepolcro, celebrerà un incontro ecumenico con il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli e con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane. Saranno giorni di forte spiritualità e di intense emozioni.
Tutto il mondo sarà incollato di fronte ai televisori per seguire quel viaggio che avrà probabilmente un’influenza anche sul processo di pace. Sono stata a Gerusalemme nel febbraio 2013, fu il regalo che mi feci per il mio compleanno e in effetti l’immagine dei soldati armati nella città santa stride, contraddice e confonde la spiritualità che si respira nella città vecchia. Strade piccolissime, negozietti accalcati l’uno accanto all’altro, gente che cammina indaffarata mentre cori di preghiere diverse aprono il cuore in quelle vie spezzate da punti di controllo.
Metal detectors, uomini con tute dell’esercito ricordano minacciosamente che li’, la tranquillità, e’ qualcosa di veramente molto precario. La realtà e’ quella della convivenza multietnica, multiculturale, multi religiosa: una realtà difficile ma anche di straordinaria ricchezza. E un pensiero lo voglio rivolgere subito ai francescani di Gerusalemme, andando nel loro convento ho ricevuto un’accoglienza fraterna e familiare. Entrare nella chiesa del Santo Sepolcro poi, e’ stato come essere ancora un po’ più dentro alle Sacre scritture. Penso che, se si potesse, ogni cristiano dovrebbe vivere questa esperienza: e’ qualcosa di veramente molto forte come forte e’ stata la via crucis che ho fatto all’interno della chiesa stessa.
Preghiere, canti e silenzio, un silenzio profondo, pieno e incredibilmente illuminante. Ecco cosa ho provato nel punto in cui è stato crocefisso Gesù; se fosse stato per me, non mi sarei più mossa da li. Di quel pellegrinaggio inoltre conservo l’orto del Getsemani, l’umana paura di Gesù ma anche il Suo totale affidamento. Quante volte ognuno di noi ha affrontato situazioni che doveva vivere, che era bene vivere ma con il timore di doverle fare?
Anche li’ sono rimasta in silenzio, tra quegli ulivi c’è qualcosa di speciale, una luce a cui torno ogni volta in cui devo affrontare quei famosi momenti di svolta.